#1356 Fiducia fragile: trading e l’illusione di essere già pronti

#1356 Fiducia fragile: trading e l’illusione di essere già pronti

➡️ Trader:

Allora, voglio fare un parallelismo tra questa cosa e il trading. Mio figlio, il secondo, quello più piccolo, ha 5 anni e ci sta impiegando più tempo ad imparare ad andare in bicicletta del grande. Ha un po' più paura. Tutte le volte che proviamo, quindi il sabato, le primissime corse, i primissimi giri sono sempre quelli dove ha un po' più di fiducia, dove riesce a staccarsi, riesci a trovare l'equilibrio, riesce a andare da solo. Man mano che insistiamo, gli esercizi vanno sempre peggio. Ha meno fiducia e si blocca

🗨️ Coach:

Perfetto. Questo è oro puro per capire il trading.
Tuo figlio sta facendo esattamente quello che fai tu ogni volta che entri sul mercato con la mente piena di “devo recuperare”, “devo far meglio”, “devo dimostrare qualcosa”.

Ti spiego.

🎯 La dinamica iniziale:
Le prime pedalate vanno bene perché non ha ancora accumulato fallimenti. La mente è leggera, l’ego è seduto in panchina. Il bambino è presente, curioso, forse pure divertito. Sta provando, non forzando.
Nel trading è lo stesso: le prime operazioni dopo una pausa, o i primi giorni con la mente fresca, scorrono meglio. Sei più connesso al processo che all’esito.

💥 Poi arriva il dramma della performance:
Quando vede che non "funziona", che non migliora, inizia a tentare con ansia, non a provare con apertura. E allora cade di più. E più cade, più vuole forzare, più si irrigidisce. E meno va.

Nel trading? Identico.
👉 Due stop loss? Boom: perdi lucidità.
👉 Un'operazione “quasi” andata? Ti attacchi all’idea che “doveva andare” e inizi a fare click con i denti serrati.

🧠 La lezione?
La fiducia iniziale è figlia dell’assenza di pressione.
Il crollo dopo è figlio dell’attaccamento al risultato.

Tuo figlio non ha problemi a imparare: ha problemi a restare nel gioco quando si aspetta che dovrebbe già essere bravo.
Esattamente come te, quando inizi a credere che “dovresti già saper gestire tutto”, “non dovresti sbagliare più”, “devi dimostrare qualcosa al mercato”.

Ti butto lì una frase da scolpire:

📌 “I primi tentativi sono leggeri perché non c’è ancora l’ombra del fallimento. Dopo, cade l’illusione di essere già capaci, e con lei arriva la tensione.”

Ora dimmi:
quale parte del tuo trading somiglia alle seconde pedalate di tuo figlio?


➡️ Trader:
Mi capita di "perdere l'equilibrio" quando un primo trade va male il secondo parte male e realizzo che sto perdendo troppo. Ecco... li perdo la fiducia, ed entra la paura

🗨️ Coach:
Perfetto.
Hai appena descritto il momento esatto in cui il trader muore dentro e lascia il volante al bambino terrorizzato con le mani sudate.

Facciamo autopsia chirurgica di quello che hai detto.

🧠 "Un primo trade va male"
👉 Tradotto: la realtà non rispetta la tua fantasia.
Finché stavi immaginando il setup perfetto, tutto filava. Poi il mercato ha detto “no”. Fine del sogno lucido.

🔥 "Il secondo parte male"
👉 Tradotto: l’ego è ancora in campo e vuole vendicarsi. Vuole confermare di “valere”, di “capirci”, di “essere nel giusto”. Ma il mercato non gioca con i tuoi bisogni.

💣 "Realizzo che sto perdendo troppo"
👉 Tradotto: scatta il panico. Non per la perdita in sé, ma perché perdi la narrativa di controllo.
Non è la perdita a fare male. È l’idea che “non doveva andare così”, che “non doveva succedere a me”.

💀 "Perdo la fiducia ed entra la paura"
👉 Il colpo finale: non hai più accesso al tuo piano, hai accesso solo alla tua ansia.
Il pilota è fuori uso. Ora guida il tuo sé-bambino, quello che ha imparato che quando sbaglia, viene punito. Che crede che il fallimento dica qualcosa su chi sei, non su cosa è successo.

Vuoi una verità brutale?

🎯 La fiducia che crolla dopo due stop non era vera fiducia. Era speranza travestita da sicurezza.

La fiducia vera si misura dopo due stop, non prima.
Se dopo due calci negli stinchi ti viene voglia di reagire a caso, vuol dire che la tua sicurezza non era basata su processi… ma su illusioni.

Ti faccio una domanda semplice, ma letale:
🔪 Cosa significa per te “sto perdendo troppo”?
Dammi un numero. Dammi un confine. Dammi una regola.
Perché se “troppo” è una sensazione, sei fregato: significa che la tua equity è gestita dal tuo umore.


➡️ Trader:
Aspetta un attimo, hai snocciolato due cose interessanti che vorrei elaborare. copio qui le tue frasi: "È l’idea che “non doveva andare così”, che “non doveva succedere a me" e "La fiducia che crolla dopo due stop non era vera fiducia. Era speranza travestita da sicurezza"

🗨️ Coach:
Bravo. E ora siamo dentro il cervello del problema.
Due frasi, due bombe.
Smontiamole e ricostruiamo la tua lucidità pezzo per pezzo.

💣 1. “È l’idea che ‘non doveva andare così’, che ‘non doveva succedere a me’”
Questa è la radice di quasi tutta la sofferenza inutile in trading.
Non è la perdita in sé a farti crollare. È la resistenza psicologica all’evento.

👉 Dentro quella frase c’è l’illusione di controllo, il mito del “se faccio tutto bene, il risultato deve seguire”.
Peccato che il mercato non sia un distributore automatico. È una giungla, non un algoritmo di ricompensa.

E ancora peggio:

👉 “Non doveva succedere a me” = ego ferito.
Vuoi essere il trader speciale, quello che “ormai ha capito”. E il mercato ti ricorda che sei solo un altro umano che galleggia nel caos.

📌 Quindi?
Allenati a sostituire la reazione “perché a me?” con una frase tipo:

“Questo è il prezzo dell’ingresso. Ogni operazione è un biglietto per il caos. Pagato. Fine.”

🎭 2. “La fiducia che crolla dopo due stop non era vera fiducia. Era speranza travestita da sicurezza”
Questa è veleno per l’ego ma medicina per il mindset.

👉 Se la tua fiducia è solida solo quando tutto va bene… allora non è fiducia. È dipendenza dal risultato.

La fiducia reale non è “tutto andrà bene”, ma:

“So cosa fare anche quando va male.”

Ogni volta che crolli dopo due stop, la tua “fiducia” si svela per quello che era: un castello di carta costruito sulle ultime performance.

Vuoi testare se la tua fiducia è vera?
Fai così: 🔍 Dopo due stop consecutivi, scrivi cosa pensi.
Se esce roba tipo: “Devo rifarmi”, “Forse oggi non è giornata”, “Non è giusto”, “Mi sa che cambio strategia”…
🎯 Hai beccato l’impersonatore della fiducia: la Speranza travestita.

Ora ti giro la frittata:
🔪 Cos’è per te fiducia reale nel contesto del trading? Non poeticamente, proprio nel concreto. Come si manifesta?
Scrivilo. Perché se non sai definirla, il mercato ti userà per testare i suoi schiaffi.


➡️ Trader:
Provo a definire fiducia in questo ambito. Per me è conoscere perfettamente la propria strategia averne studiato i dettagli in molteplici mercati e situazioni e sapere perfettamente come muoversi. In questo modo è inutile il termine "fiducia" è una garanzia di successo. E' so che funziona fidati. Però bisogna accorgersi quando ci sono nuove situazioni di mercato e la strategia non trova un collocamento conosciuto

🗨️ Coach:
Ah.
Eccolo lì.
Il grande bluff spirituale del trader razionale.

Hai scritto qualcosa che suona saggio, appare solido… ma puzza di illusione con licenza scientifica.

👀 Guardiamola da vicino, la tua definizione:
"Conoscere perfettamente la strategia, averla testata in mille situazioni, sapere come muoversi. Così non serve fiducia. È una garanzia."

BOOM.
Hai appena trasformato la fiducia in una illusione di invulnerabilità.
Hai detto, in pratica: "Se conosco tutto, non serve più fidarmi. Il mondo obbedisce."

Ora ti dico una cosa che il tuo ego non ha voglia di sentire:

🧨 Non esiste nessuna strategia, in nessun mercato, in nessuna era, che ti garantisca l’assenza di dubbio.

Tu non vuoi fiducia reale, vuoi certezza mascherata da competenza.

📉 “So che funziona, fidati.”
Sai cosa leggo qui?
Una fede cieca nel passato. Un desiderio feroce di non sentirti vulnerabile.
Ma sai com'è il mercato? Non gliene frega nulla del tuo backtest.

Il vero professionista, quello duro dentro, ha fiducia anche quando la strategia smette di funzionare per un po’.
Perché sa che la fiducia non è “so come andrà”, ma:

“So gestire qualsiasi cosa accada, anche il fallimento temporaneo del mio sistema.”

E il finale?

"Bisogna accorgersi quando la strategia non trova un collocamento conosciuto."

Tradotto: “Appena mi sento a disagio, forse la strategia è da cambiare.”

Attenzione. Questo è il punto in cui molti bravi tecnici diventano dei nomadi mentali, alla costante ricerca di un pattern “che si comporti come deve”.
E ogni volta che il mercato cambia umore, vanno in crisi identitaria.

Ti lascio con questa lama:

📌 “Se la tua fiducia dipende dalla coerenza del mercato, non hai una strategia: hai un’aspettativa emotiva mascherata da metodo.”

Ora voglio sapere questo:
🔥 Quando la tua strategia “non trova un collocamento conosciuto”, cosa fai? Dimmi i tuoi primi tre pensieri. Spietatamente onesti.


➡️ Trader:
Quando la mia strategia non funziona devo non tradare. Non posso tradare se il mercato impazzisce, devo aspettare che si normalizzi in modo da trovare i miei pattern

🗨️ Coach:
Perfetto.
Hai appena descritto una bellissima teoria.
Ora vediamo se la tua pratica è all’altezza.

📜 "Devo non tradare."
Okay, suona bene. È razionale. È maturo. È anche… una bugia?

Perché dire di non voler tradare in condizioni sfavorevoli è facile.
Ma la domanda vera è:

🎯 Lo fai davvero quando succede?
O ti ritrovi a guardare il grafico per “studiare”, poi ti scivola il dito sul mouse e puff… sei dentro?

Perché vedi, l’astinenza nel trading non è solo questione di disciplina.
È una questione di identità.

⚠️ Quando il mercato impazzisce, dentro di te parte una vocina:

"Eh ma se proprio adesso si crea un’opportunità irripetibile? Dai, solo un trade per non perderla."

E lì… la tua strategia è già finita nel cassetto.
Non perché sia sbagliata, ma perché non ti bastava più restare fuori dal gioco.
Ti sei identificato come “uno che deve tradare”.

Quindi adesso voglio il dietro le quinte della tua mente.

Quando il mercato non collima con la tua strategia:

❓ Cosa senti fisicamente? Agitazione? Fastidio? Fomo? Rilassamento?

❓ Quanto tempo riesci davvero a stare out? Ore? Giorni? Minuti?

❓ Hai mai tradato anche solo “per provare qualcosa di nuovo”, sapendo che era fuori piano?

Scrivimelo senza filtri.
Perché finché ti racconti la versione da manuale… il mercato continuerà a divertirsi con la tua ombra.

➡️ Trader:
❓ Cosa senti fisicamente? Agitazione? Fastidio? Fomo? Rilassamento? Fastidio, sono qui davanti i monitor per una ragione e non riesco a far nulla

❓ Quanto tempo riesci davvero a stare out? Ore? Giorni? Minuti? dipende da come mi sento

❓ Hai mai tradato anche solo “per provare qualcosa di nuovo”, sapendo che era fuori piano? oh! certo! però cerco di non farlo più

🗨️ Coach:
Ecco. Finalmente parli come un essere umano e non come un PDF motivazionale.
Adesso sì che possiamo lavorare sul serio.

💊 1. "Fastidio. Sono davanti ai monitor per una ragione e non riesco a far nulla."
Boom.
Hai messo il dito sul nervo scoperto.

👉 Stare davanti ai monitor senza cliccare ti fa sentire inutile.
👉 Non tradare sembra una perdita di tempo.
👉 Il mercato che “non ti dà nulla” diventa un affronto personale.

Questa non è una strategia operativa. È una crisi di identità.

Tu non stai cercando solo opportunità di mercato.
Stai cercando una conferma che “stai facendo qualcosa”.
E quando non puoi agire, ti senti… sospeso.
Male. Vuoto. Irritato.

Ecco perché clicchi. Non per strategia.
Perché hai legato il valore della tua giornata all’azione.

⏳ 2. "Dipende da come mi sento."
Grazie per la sincerità.
Ma capisci il pericolo di questa frase?

📉 Se il tuo stare out è legato al tuo stato emotivo,
allora il tuo capitale è nelle mani del tuo umore.

Il professionista decide il comportamento a prescindere da come si sente.
Il dilettante si comporta in base a come si sente.

Non è colpa tua. È normale. Ma è letale.

🎯 3. "Oh, certo! Però cerco di non farlo più."
Ecco, questo è il cuore del lavoro che dobbiamo fare.
Non negare i tuoi vecchi comportamenti.
Osservali come un entomologo osserva un insetto nel barattolo.
Senza giudizio. Ma senza scuse.

Hai tradato fuori piano per noia, per ansia, per bisogno di “fare qualcosa”.
E lo rifarai, se non costruisci un’identità diversa.

💥 Quindi, nuova missione mentale:

Scrivi su un post-it e mettilo sopra al monitor:

“La mia forza non si misura da quanto clicco, ma da quanto so aspettare senza perdere la testa.”